Cancellare notizie da internet, provvedimenti del Garante

Tramite il sito ufficiale dell’Autorità, è possibile capire, oltre alle varie novità in merito alla privacy e alle normative che la regolano, anche in quali casi è possibile cancellare notizie da internet, consultando i provvedimenti emessi dal Garante Privacy.

Come si fa a cancellare una notizia da Google? Ecco gli ultimi provvedimenti del Garante

I più recenti provvedimenti del Garante della Privacy consentono di comprendere una questione quanto mai attuale: come si fa a cancellare una notizia da Google?

Provvedimento del 24 novembre 2016

Nel provvedimento del 24 novembre 2016, un cittadino ha chiesto di eliminare notizie dal web in relazione ad una vicenda che lo vedeva coinvolto per i reati di estorsione, usura  e truffa”. Essi sono stati commessi attraverso elevate richieste di denaro rivolte a coloro che avevano superato, anche solo di pochi minuti, l’orario di sosta indicato sul tagliando esposto all’interno dell’automobile.

Il reclamante ha specificato, inoltre, di aver intrapreso un’azione legale nei confronti della testata giornalistica che ha pubblicato la falsa vicenda. Secondo Google, non è possibile accogliere le richieste di rimozione in quanto, essendo dirette all’eliminazione integrale dalla rete internet di informazioni asseritamente diffamatorie o giornalisticamente non verificate, risultano incompatibili con quanto stabilito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in merito al diritto all’oblio.

Il 24 novembre 2016, attraverso un provvedimento, il Garante Privacy ha rilevato che la vicenda risulta pregiudizievole per l’interessato, in quanto effettuata mediante l’utilizzo di una  parola idonea ad ingenerare nell’utente della rete il sospetto che il ricorrente sia stato comunque coinvolto in attività illecite. Per tale motivazione, il reclamo è stato ritenuto fondato.

Provvedimento 27 maggio 2021

Nel provvedimento del 27 maggio 2021, un cittadino ha chiesto di cancellare notizie da Google, in merito a fatti di cronaca, risalenti ad alcuni anni prima. Esse riguardavano vicende di dissesto economico di importanti istituti bancari e finanziari connesse all’attività svolta da una società di intermediazione da lui gestita. Con una nota del 1° luglio 2020, Google ha comunicato di non poter aderire alla richiesta di rimozione avanzata dall’interessato.

Infatti, gli articoli in questione erano collegati a notizie di cronaca pubblicate nel corso del 2016 da testate giornalistiche internazionali specializzate in informazione finanziaria. In più, parlavano del fallimento della società di trading fondata e gestita dal reclamante. Per questo motivo, secondo il motore di ricerca, deve ritenersi sussistente l’interesse pubblico anche in virtù dell’attuale ruolo svolto dall’interessato, che ricopre l’incarico di direttore amministrativo-finanziario di una società.

Il Garante Privacy ha rilevato che i contenuti reperibili tramite gli URL sopra indicati rimandano, nel loro complesso, ad informazioni collegate ad una vicenda recente. Esse riguardante ingenti perdite economiche subite da importanti banche d’investimento per effetto dell’attività svolta da una società di trading gestita dal reclamante. Per questo motivo, dunque, il reclamo è stato ritenuto infondato.

Provvedimento del 28 luglio 2022

Il provvedimento del 28 luglio 2022 è inerente la richiesta di rimozione di notizie da internet, presentata da un cittadino nei confronti di Google LLC. L’istanza chiedeva l’eliminazione di alcune URL, collegate ad articoli giornalistici risalenti al 2012 e riguardanti una vicenda giudiziaria che aveva coinvolto il medesimo ed alcuni altri soggetti che all’epoca erano propri clienti. Il reclamante ha inoltre specificato che gli articoli originali, riprodotti nei suddetti link da servizi di news feeding, erano stati già rimossi dagli editori delle relative testate giornalistiche.

Attraverso una nota, Google ha comunicato al reclamante di non poter prendere alcun provvedimento rispettp ai primi due URL. Questi, infatti, non risultavano essere visualizzati tra i risultati di ricerca di Google associati al proprio nominativo. I restanti URL, invece, non erano accessibili. In proposito, infatti, sarebbe stata necessaria una registrazione presso il relativo sito per poter poter fruire della versione integrale degli stessi.

Secondo Google, infine, le pagine collegate agli URL contestati attengono a reati commessi nell’esercizio della professione svolta dal medesimo, sia all’epoca dei fatti che attualmente. Pertanto, nonostante le scarne informazioni riferite nel reclamo, deve ritenersi sussistente l’interesse pubblico.

Nel provvedimento del 28 luglio 2022, il Garante Privacy ha rilevato che i predetti articoli riportavano notizie non aggiornate ed avvenute nel 2012 rispetto ai quali la vicenda risulta essere terminata. Per questo motivo, il ricorso è stato ritenuto fondato ed è stato ordinato a Google di rimuovere le informazioni entro 30 giorni dalla ricezione del provvedimento.