Non è semplice cancellare notizie negative da Google. Sarà capitato a tutti di cercare su internet il nome di un collega, di un amico o di un conoscente per saperne un po’ di più o, semplicemente, per curiosare nella loro vita privata. La nostra immagine in rete è divenuta sempre più importante non solo nella vita quotidiana ma anche – e soprattutto – in ambito professionale: le realtà lavorative contemporanee impongono infatti ai professionisti di costruirsi una reputazione pubblica impeccabile e senza macchia, al fine di evitare che al proprio nome in rete vengano ricollegate informazioni negative o, ancor peggio, denigranti.
La cosiddetta web-reputation sta quindi acquisendo una sempre maggiore importanza nel mondo del lavoro, dal momento che nessuno potrebbe permettersi di perdere importanti contatti professionali a causa di notizie infamanti diffuse online sul proprio conto. Si pensi alle catastrofiche conseguenze che una bad reputation potrebbe causare a chi intenda ottenere un importante finanziamento da un istituto di credito, o a chi abbia un’attività commerciale online o, più banalmente, a chi sta cercando lavoro; l’immagine personale in rete rappresenta ormai il primo biglietto da visita di una persona.
Come fare quindi per rimuovere le notizie negative dal web?
La disciplina da applicare è quella contenuta nel nuovo Regolamento UE/679/2016 in materia di privacy (meglio noto come G.D.P.R., General Data Protection Regulation), a norma del quale spetta all’interessato (così viene definito il soggetto cui i dati personali fanno riferimento) il cosiddetto “Diritto all’oblio”. Ciò vuol dire che, quando le informazioni personali presenti in rete su un determinato soggetto presentano un contenuto diffamatorio o comunque lesivo della sua immagine sociale, questi potrà chiedere al motore di ricerca la cancellazione dei dati che lo riguardano direttamente. Per poter esercitare il Diritto all’oblio, occorre innanzitutto verificare se i dati indesiderati sono corretti, aggiornati e/o se rispondono ad un interesse pubblico (la cui presenza potrebbe giustificare la loro permanenza in rete in ossequio al diritto di cronaca): in tali ipotesi, l’interessato non potrà chiederne la rimozione dalla rete, ma avrà diritto alla rettifica delle informazioni eventualmente inesatte e/o alla anonimizzazione delle informazioni (attraverso la sostituzione del nominativo completo con le sole iniziali puntate).
Qualora invece i dati personali dell’interessato siano stati trattati in violazione del G.D.P.R. in materia di privacy, l’interessato non soltanto avrà diritto all’oblio (e quindi ad “essere dimenticato” dai motori di ricerca) ma potrà anche chiedere l’eventuale risarcimento dei danni causati da una web-reputation negativa.
Non è così insolito che grandi imprenditori, professionisti o uomini d’affari cadano in miseria a causa della diffusione online di notizie riguardanti, ad esempio, vicende giudiziarie ormai concluse da anni e, quindi, non più rilevanti perchè obsolete o, ancora, che la presenza online di informazioni false sul loro conto ne danneggi gravemente l’affidabilità e l’attendibilità agli occhi dei partners professionali.
Per tutti questi motivi la web-reputation acquisisce ogni giorno una maggiore importanza, sia sul piano privato che, in particolar modo, su quello pubblico.