Come far sparire il proprio nome da Google è diventato uno degli interrogativi più cliccati negli ultimi mesi dagli utenti della rete, preoccupati che i loro dati personali possano essere diffusi senza alcun controllo nel web e quindi consultabili da chiunque, attraverso l’inserimento del solo nome e cognome sul più famoso motore di ricerca. Capita a tutti almeno una volta nella vita di inserire sulla barra di ricerca Google il proprio nome e vedere quali risultati sono ad esso correlati, prestando attenzione alla propria reputazione web. Se a volte questa ricerca può dare risultati positivi (o comunque prevedibili) altre volte si può venire a conoscenza del fatto di essere messi a nudo sulla pubblica piazza (virtuale), con la pubblicazione di informazioni o foto personali o, ancor peggio, di essere associati a contenuti negativi e/o diffamatori presenti su diversi siti web. In quest’ultima eventualità, l’interessato (n.b. colui a cui si riferiscono i dati personali) deve intervenire per far sparire il proprio nome da Google: cancellarsi da Google richiede una certa pazienza e precisione, perchè anche un solo URL in rete può avere la stessa forza lesiva di mille siti aventi un contenuto negativo.
Come cancellarsi definitivamente dal web allora? Il primo step da compiere consiste nell’individuare tutti i link da rimuovere che appaiono tra i risultati di ricerca connessi al proprio nome e cognome; una volta individuati gli URL negativi l’interessato deve rivolgere al motore di ricerca la richiesta di rimozione di risultati di ricerca ai sensi della legislazione europea (ovvero ai sensi del G.D.P.R., General Data Protection Regulation). Nel caso di Google, va compilato il form online predisposto dal sito e rintracciabile nella Privacy Policy: assieme ai propri dati anagrafici, copia del documento di identità e documenti comprovanti la illegittimità del trattamento dei dati, Google richiede anche una breve motivazione (non deve superare i 1000 caratteri, spazi e punteggiatura inclusi) nel quale spiegare i motivi a fondamento della richiesta. Questa precisazione è molto importante dal momento che, per il corretto esercizio del diritto all’oblio, devono sussistere infatti i requisiti previsti dal Regolamento europeo UE/679/2016 (il già citato G.D.P.R.) e, in particolare, è necessario che i dati trattati siano errati, non corretti e fuorvianti o, in alternativa, obsoleti e non aggiornati agli avvenimenti successivi che hanno coinvolto l’interessato richiedente; in mancanza di uno di questi elementi, la domanda di cancellazione dei dati personali dal web verrà rigettata. In realtà, la domanda diretta a far sparire il proprio nome da Google deve rispettare anche un altro requisito fondamentale: per trovare piena applicazione il diritto all’oblio è necessario che non sussista alcun interesse pubblico al mantenimento in rete dei dati personali dell’interessato. Nel bilanciamento di interessi tra il diritto del singolo cittadino alla propria reputazione personale e quello della collettività ad essere informata su fatti aventi rilevanza sociale o, comunque, con un importante clamore mediatico non può che prevalere quest’ultimo: pertanto, in presenza di un interesse pubblico, prevalente e contrario, i dati personali del singolo interessato potranno essere trattati anche se contrari ai dettami di cui al G.D.P.R.
In queste ipotesi, però, l’interessato potrà ricorrere ad una strada diversa. Se non ricorrono i presupposti di legge (non solo G.D.P.R. ma anche, a livello nazionale, il Codice Privacy aggiornato al D.Lgs. 101/2018) per esercitare il diritto all’oblio, è possibile ottenere la deindicizzazione dei link negativi con una richiesta, da indirizzare in questo caso ai singoli webmaster (n.b. i responsabili e/o gestori di un sito web): il diritto alla deindicizzazione infatti non prevede la cancellazione degli URL ma mira ad impedire che i siti web indesiderati non compaiano tra i risultati di ricerca connessi al proprio nome e cognome.