Nuove Leggi per rimuovere contenuti offensivi da Google e Facebook

In questi ultimi giorni dell’anno la Germania sta valutando l’attuazione di nuove leggi a misura di Google e Facebook, afferenti, in particolare, l’assunzione di un ruolo più attivo e determinante da parte di questi siti Internet nei confronti dei contenuti offensivi. Regolamentare contenuti offensivi su Internet non è impresa semplice per le grandi compagnie del web, le quali, di fatto, scaricano sui loro utenti le responsabilità di ciò che viene pubblicato, e mettono a disposizione delle eventuali parti offese una serie di strumenti per la segnalazione di contenuti da rimuovere da Google o da Facebook. Come segnalare un post offensivo su Facebook è la domanda che in molti si pongono e a volte, al di là della procedura di segnalazione contenuti offensivi, non si trovano le risposte esatte. Ugualmente, su Google – che, a differenza della company di Mark Zuckeberg non è un social network ma un motore di ricerca, e dunque, nei suoi Termini e Condizioni offre una gestione diversa dei contenuti di carattere offensivo – l’utente può segnalare pagine web (“URL”) offensive da rimuovere da Internet.

Sembra tutto facile, in realtà il percorso da seguire è molto lungo e per questo, senza l’assistenza legale di un avvocato e il contributo tecnico di un Webmaster, è veramente difficile generare la richiesta in maniera corretta. Gli utenti che vogliono denunciare alla Polizia Postale un contenuto offensivo su Google o Facebook, devono raccogliere tutte le informazioni utili alla presentazione della denuncia, e non possono certo aspettarsi che essa produca effetti immediati. Infatti, anche la Polizia Postale, così come Google e Facebook (ma anche altri social network molto popolari come Twitter, Instagram, Google Plus, Youtube) deve interpretare la richiesta per valutare effettuare una azione di interdizione del contenuto, a differenza dei fornitori dei servizi Internet che invece si limitano a valutare se inoltrare la richiesta all’utente che abbia pubblicato il contenuto offensivo, chiedendogli di modificarlo o rimuoverlo dai suoi canali entro un determinato lasso di tempo. Passato il quale, come fare?

Per rimuovere post offensivi su Facebook ad esempio si rimane in attesa che Facebook risponda via email, e non è detto che ciò avvenga. Facebook richiede la segnalazione della Pagina, del Profilo, del Post, e una serie di informazioni da parte del richiedente che devono essere fornite in maniera esatta e precisa, evitando esclamazioni fuori luogo e richieste di carattere superficiale. Per Google, invece, la storia è diversa. Si tenga bene a mente che Google è un programma informatico progettato per organizzare le informazioni mondiali e renderle accessibili a tutti e, prima di effettuare un intervento di rimozione di un contenuto offensivo, malevolo o diffamatorio dal motore di ricerca, Google analizza tutte le informazioni del caso.

Google inoltre, a differenza di Facebook, non è proprietario delle URL che ospita sul suo motore di ricerca, per questo motivo, rimuove soltanto i contenuti che fanno seguito ad una richiesta di rimozione valida e legittima (le motivazioni possono essere di vario tipo: Richieste di rimozione di informazioni e dati personali riservati, Cancellare URL o Notizie da Google, Violazione Copyright, Rimozione di contenuti a tema pedoporonografico, terroristico o che incita alla violenza e alla discriminazione di qualunque genere e natura). Ancora più delicate sono le richieste di rimozione di post e contenuti offensivi da Facebook e Google per motivi diffamatori (offesa della web reputation): qui, la strada da intraprendere è complessa e complicata, sui motori di ricerca ci si può ad esempio avvalere dei moduli per il Diritto all’Oblio mentre sul social network Facebook è necessario argomentare la richiesta fornendo le informazioni e, se necessarie, le documentazioni valide affinché Facebook possa intervenire con la rimozione del post offensivo. Ci sono poi, una serie di procedure riguardanti la rimozione di contenuti per motivi di bullismo e di incitamento all’odio verso i minori. In questi casi, un adulto rappresentante o un genitore del minore offeso, devono rivolgersi ad un avvocato affinché si possa subito intervenire con la presentazione della domanda di rimozione post offensivo (clicca qui per saperne di più).

Tornando alla notizia sulla Germania che sta valutando nuove leggi per Google e Facebook, si legge sui giornali che Angela Merkel intende obbligare le due aziende americane a sviluppare un canale specifico per la trasmissione dei reclami, a pubblicare il numero di segnalazioni ricevute e ad assumere dei mediatori legali che possano eseguire la cancellazione dei post offensivi su Google e Facebook (un pò come Bruxelles ha obbligato i motori di ricerca a fornire agli utenti il modulo per il diritto all’oblio). Chi non si adeguerà riceverà una multa di mezzo milione di euro per ogni richiesta di rimozione di post offensiva non liquidata entro 24 ore; questo, rientra nella disciplina della legge tedesca sull’incitamento all’odio, con il chiaro intento di minare il potere dei social media e dei motori di ricerca, potere oggi capace di dare vita a correnti sociali di incitamento all’odio, al complottismo e alle discriminazioni politiche, razziali, sociali, religiose e sessuali. Secondo quanto si legge sui giornali, Facebook Germania si è già adeguato a questa misura preventiva, ingaggiando 600 consulenti che possano gestire le oltre 2.000 cancellazioni di post offensivi che quotidianamente avvengono soltanto in lingua tedesca. L’iniziativa legale della Germania segue quella che mesi addietro la Commissione Europea ha presentato attraverso la pubblicazione del Codice di Condotta sull’Illecito Incitamento all’Odio Online, pienamente condivisa da Facebook, Twitter, Youtube e Microsoft.

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