Google fornisce i dati ai Governi che li richiedono

Sappiamo che Google riceve regolarmente richieste da parte di autorità governative e tribunali di tutto il mondo relative alla consegna dei dati degli utenti. Solitamente queste richieste sono generate da motivazioni legate ad attività criminali o amministrative. Sono presenti varie leggi, infatti, che consentono agli enti statali di indagare su violazioni delle normative o su attività criminali. Nel momento in cui riceve una richiesta, Google attiva una serie di procedure che ne attestino la validità legale, considerando anche il diritto vigente nel Paese da cui avviene la richiesta. Di solito, per fornire i dati, la richiesta deve essere effettuata in forma scritta, firmata da un funzionario autorizzato dell’ente richiedente e rilasciata ai sensi di una legge appropriata.

Nei primi sei mesi del 2016 le richieste – a livello mondiale – indirizzate a Google a questo scopo sono state 44.934, decisamente in crescita rispetto alle 40.677 del semestre precedente. La maggior parte di queste richieste provenivano e riguardavano gli utenti americani (30.123), seguiti da tedeschi e francesi. Dall’Italia, il numero di richieste avviate è stato di 1.109, comunque maggiore rispetto le 903 dei sei mesi antecedenti. Dal 2010 al 30 giugno 2016 Google ha approvato circa il 66% del totale delle richieste (anche se fornisce solo una minima parte dei dati sollecitati, Google ritiene approvata una richiesta). Google è sempre molto attento alla trasparenza, e pubblica periodicamente dei rapporti semestrali che chiariscono l’influenza di leggi e normative sugli utenti di Internet e sul flusso di informazioni online. Negli ultimi mesi Google sta registrando una notevole crescita delle richieste di accesso ai dati personali degli utenti da parte di governi al di fuori degli Stati Uniti. Nella seconda metà del 2016, infatti, Google ha dichiarato di aver ricevuto più di 45.000 richieste, e di queste più di 31.000 provenivano dall’esterno degli Stati Uniti. “Questo volume sottolinea la necessità di un quadro internazionale migliore che soddisfi le esigenze legittime di applicazione della legge e garantisca standard elevati per il dovuto processo, la privacy e i diritti umani. – Ha scritto Kent Walker, vicepresidente e consigliere generale di Google, in un post sul blog – Senza modi migliori e più rapidi per raccogliere prove transfrontaliere, i paesi saranno tentati di intraprendere azioni unilaterali per affrontare un problema fondamentalmente multilaterale“. Per rispondere alle richieste di enti Statali al di fuori degli Stati Uniti, Google si serve dei trattati di mutua assistenza legale (MLAT, Mutual Legal Assistance Treaty) e di altri accordi diplomatici e di collaborazione tra lo Stato in questione e il Dipartimento di Giustizia statunitense.

Un MLAT definisce in quale modo i due Paesi si aiuteranno a vicenda nelle questioni legali. Per inoltrare a Google una richiesta sui dati degli utenti, un governo straniero chiede al governo degli Stati Uniti un aiuto nella raccolta di prove da entità statunitensi, incluse delle società (come Google, appunto). Se il governo statunitense approva la richiesta, Google può rispondere. Un MLAT non è l’unico modo attraverso cui i Paesi possono ottenere informazioni da Google: ci si può avvalere anche di indagini congiunte tra USA e forze dell’ordine locali, richieste di divulgazione di informazioni di emergenza ed altro. Qualunque sia la procedura, i governi stanno sfruttando sempre di più l’accesso a queste forme di collaborazione e alla raccolta di dati personali dei singoli utenti sul web. Questo significa che, se è in atto un’indagine sul vostro conto, lo Stato può prendere accordi con gli Stati Uniti e richiedere a Google tutte le informazioni personali raccolte su di voi.

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