Google News in Corte di Giustizia per il Copyright

Il colosso americano Google torna sotto attacco questa volta da parte degli editori tedeschi, che già nel 2016 avevano citato in giudizio l’azienda americana con l’accusa di aver riprodotto articoli, immagini e link presso il suo servizio Google News. Successivamente, avvenne però l’approvazione di un’apposita legge sul nuovo copyright online che prevede che Google (o altre piattaforme) paghino le royalties agli editori per la pubblicazione di contenuti, esentando però dalla tassa gli “snippets”, ovvero i brevi riassunti del testo visibili online. Passato circa un anno da quando gli editori avevano fatto appello, oggi il tribunale dà loro ragione rinviando alla Corte di giustizia europea.

Oggi è un giorno nero per l’Internet tedesca“, così dichiara Kay Oberbeck, uno dei responsabili della filiale di Google Germania, poiché i più grandi editori di quotidiani tedeschi, tra cui tra i più importanti Springer e Burda, hanno fatto causa a Alphabet Inc di Google per concorrenza sleale. Tali editori a tal proposito pretendono da Google l’11% dei profitti generati dalle entrate pubblicitarie. Infatti, l’azienda californiana si ritrova nuovamente sotto accusa, poiché abuserebbe del suo grande potere di mercato, rifiutandosi di pagare il diritto d’autore a quegli editori online che pubblicano all’interno del suo Google News.

Gli editori tedeschi sono ricorsi alla giustizia solo dopo che i rappresentanti di Google avevano espressamente dichiarato di non essere propensi a pagare per l’utilizzo di contenuti, rifiutando anche le offerte di negoziati dalla società tedesca VgMedia. Una richiesta che appunto risulta assolutamente a norma del diritto civile e che ha visto gli editori costretti ad agire per vie legali in quanto la legislazione non era mai stata tradotta in pratica. Secondo quanto stabilito, tutti i portali di tipo commerciale ed i siti Internet che gestiscono e ripubblicano in maniera automatizzata le notizie prodotte da altri soggetti, saranno tenuti a versare a questi ultimi dei contributi “di licenza”, con l’obiettivo di tutelare il loro lavoro e il suddetto diritto d’autore. La legge stabilisce che solo gli editori hanno il diritto di diffondere i testi, e di rioffrirli al pubblico. La questione è piuttosto importante in quanto ha un rilevante impatto economico. Ciò giustifica perché gli editori pretendono di avere il diritto esclusivo all’uso commerciale dei loro contenuti, e parte di essi, salvo il caso di singole parole o piccoli frammenti di testo, ovvero i motori di ricerca e gli aggregatori avranno comunque la possibilità di pubblicare singole parole, titoli o brevi stralci. Se inizialmente il Tribunale in prima istanza aveva respinto l’accusa, affermando che il modello di business prodotto da Google era idoneo perché favoriva sia Google che gli editori dei giornali, oggi il Tribunale dà loro ragione, rinviando tale accusa alla Corte di Giustizia. La Commissione Europea tra giugno e la fine dell’anno si dovrà riunire per prendere una decisione finale in merito

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