GDPR 2018: Rimuovere Dati Personali da Google

Fra qualche mese, esattamente il 25 maggio 2018, tutto ciò che riguarda privacy, protezione dei dati personali, aziende, e singoli individui, cambierà a livello mondiale. Il GDPR 2018 rappresenta la massima evoluzione giuridica e non solo, per il panorama mondiale in termini di protezione della privacy. Dal 25 maggio 2018 infatti, si segnerà un nuovo punto soprattutto per le grandi aziende che trattano i nostri dati, le quali non potranno più inglobare, elaborare, trattare, e soprattutto distribuire, i nostri dati personali. Nello specifico ciò che significa che durante la navigazione sul web, non potranno essere raccolti i dati relativi ai clic, alle ricerche che facciamo, ai temi di navigazione, e a tutte quelle cose che sono utilissime per finalità di marketing alle aziende stesse che da sempre li elaborano. Sebbene agli occhi di qualcuno potrà sembrare “niente di nuovo” rispetto a quello che già succede, in realtà non è assolutamente così: per le aziende che operano online, visualizzare le ricerche che gli utenti fanno, significa disporre della chiave vincente per stipulare tutte quelle strategie create ad hoc, che vengono appunto mostrate agli utenti sottospecie di casualità.

Il marketing online, infatti fino al 25 maggio 2018 ha incrementato le vendite in maniera esponenziale, grazie all’elaborazione delle ricerche svolte dagli utenti, tanto che nel 2016 il fatturato digitale era pari a ben 2,2 di miliardi di euro. Una tra le aziende più famose al mondo, che elaborava i dati degli utenti per poi venderli alle società che a loro volta avrebbero creato strategie di marketing per il proprio mercato di riferimento, è Quantcast. La loro professione svolge esclusivamente il lavoro di profilazione, ovvero raccolgono i dati e li distribuiscono poi alle altre aziende presenti nel mondo. Ad esempio in Italia, Quantcast vende i dati elaborati degli utenti alle grandi società di auto, del retail, ma anche della finanza. Con l’avvento del GDPR tutto ciò non sarà più possibile, perché dopo anni di dispute tra i vari Stati Membri dell’UE, finalmente si è giunti nel 2016 all’entrata del Regolamento GDPR, che sarà totalmente in vigore, con i vari obblighi, dal maggio 2018. Quello che in italiano è stato tradotto come Regolamento Generale per la Protezione dei Dati Personali, ha l’obiettivo primario di abbattere le strategie finora utilizzate, per tutelare maggiormente la privacy dell’utente che, con l’avvento di Internet, viene sempre meno. In particolare, qualsiasi elaborazione dati da parte di un’azienda potrà essere svolta sono con l’espresso consenso di ogni singolo utente, altrimenti sono previste ingenti sanzioni che ammontano fino al 4% del fatturato mondiale annuo dell’intera società. Ciò vale soprattutto per le Big del pianeta, ovvero Facebook e ancor di più Google, che hanno l’obbligo di non cambiare l’offerta di servizi, che deve rimanere invariata anche se l’utente dovesse rifiutare il trattamento dei dati. Sono numerosi i diritti che entrano a far parte della nostra giurisprudenza, ma anche di quella giurisprudenza mondiale, poiché il GDPR, che letteralmente significa General Data Protection Regulation, è a livello europeo, ma riguarderà anche tutte quelle aziende che, sebbene hanno sede extra UE ma stabilimenti presso gli Stati Membri, dovranno lo stesso rispettare tale Regolamento. Uno tra i principali diritti del Regolamento GDPR è il Diritto all’Oblio, che consente alla persona di poter richiedere la rimozione dei dati personali dai risultati di ricerca, come Google, qualora questi siano dannosi per la propria reputazione online. Il Diritto all’oblio è presente all’articolo 17 del GDPR, che descrive sia il diritto per la persona di richiedere la cancellazione, ove possibile per la legge, sia gli obblighi per i titolari del trattamento e i responsabili del trattamento che, (sempre se fosse possibile), devono provvedere immediatamente alla rimozione del dato personale dal web.  

 

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