Segnalare Notizie False su Google e Facebook

Attenzione a scrivere bufale su Internet: potreste commettere reato, soprattutto se esse procurano allarme presso il pubblico. Lo dice l’Articolo 658 del Codice Penale: “Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da euro 10 a euro 516”. L’argomento torna di attualità dopo che nelle ultime settimane, finalmente, Google e Facebook per primi avevano dato notizia di adottare misure di prevenzione contro le bufale su Internet affinché gli ecosistemi delle informazioni sul web fossero messi in protezione. Senza Codice Civile o Penale di mezzo, Google e Facebook intervengono con il pugno duro, eliminando o sospendendo dai loro indici gli account e i siti web che hanno pubblicato la notizia bufala, e questo vale sia per i “pesci di aprile” che per reali notizie finte che potrebbero avere dietro degli interessi politici o sociali di vario genere.

A livello legale, chi rischia di più è il giornalista del sito internet, il quale magari pubblica una notizia “bufala” diffusa su Google e Facebook e configura il reato di cui all’Articolo 658 del Codice Penale, non avendo lui verificato l’oggettiva attendibilità della fonte (lo dice la Cassazione con la sentenza numero 19367 del 20 Aprile 2012). Non ci sono, però, sentenze recenti sulle bufale su Internet e, per il momento, ci accontentiamo dei nuovi algoritmi anti-bufala di Google e Facebook. La Legge dice che il fornitore del servizio web è responsabile dei contenuti fino al momento in cui si può dimostrare che essi non siano stati rimossi a seguito di una richiesta di rimozione di notizie false su Google e Facebook: gli utenti, soprattutto quelli del social network, vengono scaricati dalle loro responsabilità e sta al social network ricevere la richiesta ed inoltrare a chi ha pubblicato la notizia bufala. A livello di corretta informazione delle notizie divulgate su Internet, la situazione sta sfuggendo di mano, soprattutto grazie a Whatsapp, i cui utenti non hanno a disposizione gli strumenti di rimozione forniti da Google e Facebook e da cui, però, giungono oggi migliaia di notizie false, foto, annunci e “link” verso siti web che riportano questi contenuti.

Whatsapp è un nuovo canale di diffusione di bufale e notizie finte su Internet, il rischio di viralità è molto alto e gli utenti non sono protetti dagli strumenti di gestione a loro dedicati. Come riconoscere le notizie false sul web? Il nostro consiglio, è quello di cercare le parole chiave della notizia (ad esempio “morte di Tizio e Caio a Roma”) su Google News, prodotto Google per la raccolta e la diffusione di notizie digitali presso redazioni accreditate. Se vi accorgete che nessun altro giornale parla di quella notizia, forse essa è falsa! Le false informazioni sono un male per Internet e chi, come Google e Facebook, fa della condivisione delle informazioni la “mission” della propria azienda, capiamo bene come queste male vada debellato e come il diritto all’informazione su Internet sia contaminato da queste tendenze culturali, che magari, in passato, erano nate davvero per motivi di divertimento mentre oggi tendono a danneggiare i diritti della persona e del pubblico online. Una persona può essere danneggiata da una notizia finta se la sua identità personale è contenuta all’interno della notizia. Lo dice la Legge 756/1996, che prevede una forma di tutela successiva (risarcimento del danno) per coloro che si sono visti trattare illecitamente i propri dati personali ai fini della diffusione di informazioni inesatte o incomplete, così come è contemplato nella fattispecie del cosiddetto “danno da informazione”. Se siete danneggiati da una notizia finta su Internet, vi consigliamo di rivolgervi ad un avvocato che potrà aiutarvi a costruire l’azione legale da intraprendere a tutela dei vostri interessi.

STRUMENTO UTILE: Segnala una Notizia Falsa a Facebook

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