Negli ultimi giorni si è parlato molto dell’approccio che utilizza Youtube nei confronti dei video dell’Isis. In particolare, il 16 maggio Andrea Bignami durante un approfondimento di Sky TG24, si è posto il quesito sul perché YouTube diffonde filmati dell’Isis, i quali contengono immagini piuttosto violente e che inneggiano all’odio e al terrorismo. Ciò che però ha prodotto maggior stupore è stato determinato dal fattore pubblicitario e di marketing, in quanto YouTube, contando sulle milioni di visualizzazioni che hanno questi video, aveva addirittura inserito all’interno dei filmati alcune pubblicità. Solo dopo le sollecitazioni da parte di migliaia di utenti disturbati, YouTube ha fatto un passo indietro eliminando le campagne pubblicitarie, ma assolutamente è rimasto fermo sulla sua posizione di conservare i video estremisti dello Stato Islamico. Il problema non riguarda solo YouTube, poiché è soprattutto importante considerare il ruolo che i social network giocano nella diffusione di contenuti che fomentano l’odio e il terrorismo. Tali video infatti mostrano contenuti molto violenti riguardanti la decapitazione dell’Isis su Youtube, le esecuzioni Isis senza censura in merito a donne, o video integrale di uccisioni e di massacri di cristiani, i quali hanno numeri spropositi di visualizzazioni.
Per tale motivo Sky TG24 ha sollecitato il problema, evidenziando appunto le responsabilità che i colossi del web dovrebbero avere nei confronti dei miliardi di utenti che ne fanno parte e che possono visualizzare tali video. Si spinge quindi verso l’auto-responsabilizzazione da parte di YouTube stesso, a rimuovere autonomamente il materiale lesivo, poiché, qualora l’utente facesse richiesta per eliminare il video da Youtube, non è detto che sia così immediata la rimozione perché potrebbero volerci diversi giorni, se non mesi. Dopo l’approfondimento di Sky TG24 che denunciava il proselitismo jihadista presente nei vari canali del web, e in particolare Youtube, la deputata del Pd Lia Quartapelle espone il problema al Governo sulla facilità da parte di milioni di utenti di reperire su Internet materiale che incita alla violenza e al terrorismo, al razzismo e all’odio. Successivamente all’approfondimento di Sky TG24, infatti è si è posta un’interrogazione parlamentare su propaganda d’odio in cui la deputata del Pd ha dichiarato: “Ho depositato l’interrogazione parlamentare per chiedere al governo di impegnarsi affinché i colossi del web, e in particolare YouTube, abbiamo un comportamento più responsabile” poiché “La policy sul copyright della piattaforma è molto meno efficace quando si tratta di rimuovere contenuti che incitano all’odio e questo non è ammissibile”.
Ci si è quindi chiesti quale sia la motivazione di YouTube a tutelare questi video che illustrano immagini cruente di uccisioni, decapitazioni per i non fedeli, e persino tutorial che incentivano all’esecuzione e allo schieramento dell’ideologia del Califfato. Fatto salvo che non si può assolutamente giustificare la decisione di Google per la “libertà di espressione”, il Governo si è interrogato sul ruolo di Youtube e sulla policy futura che dovrà adottare, in quanto ritiene incomprensibile qualsiasi motivazione che Youtube adotterà per giustificarsi in merito a la non rimozione dei video che narrano e mostrano le folle azioni dell’Isis. A tal proposito Youtube (Google Italia) risponde: “Prendiamo molto seriamente il nostro ruolo nel combattere la diffusione di materiale estremista. Agiamo rapidamente per rimuovere i contenuti segnalati che incitano alla violenza e chiudiamo gli account gestiti da organizzazioni terroristiche. Continuiamo a lavorare con impegno per affrontare problemi complessi come questi collaborando con organizzazioni specializzate, altre aziende del settore tecnologico, i governi e le autorità competenti“. Ma in attesa di un riscontro reale da parte di Youtube, ci si chiede anche quali azioni adotterà il Governo nei confronti di questa situazione, considerando che come è già avvenuto poche settimane fa per motivazioni simili, le autorità turche hanno bloccato ogni accesso dall’interno della Turchia all’enciclopedia gratuita online Wikipedia, contro la libertà di espressione su Internet. E’ davvero così difficile cancellare o rimuovere video da Youtube?