Privacy su Internet: i nostri dati personali sono al sicuro?

Internet è diventato parte integrante della nostra vita. Sul web compriamo abbigliamento, accessori, pezzi di arredamento, ma anche viaggi e vacanze, e non solo. Su internet mandiamo messaggi privati e ogni giorno, in un modo o nell’altro, condividiamo le nostre informazioni private.

Ma quanto sono al sicuro i nostri dati personali? Quali compagnie si preoccupano di custodirli e mantenerli riservati? A dircelo è la EFF, Electronic Frontiers Foundation, che ogni anno pubblica un rapporto in cui analizza le politiche di privacy delle maggiori compagnie online.

Il rapporto si chiama “Who has your back?” e analizza cinque categorie:

  • “Segue le migliori pratiche del settore”, ovvero il rapporto di trasparenza tra utente e azienda;
  • “Avverte gli utenti se i loro dati sono stati richiesti dal governo”, quindi le compagnie che avvertono i propri clienti o utenti nel caso in cui la legge richieda i dati personali per avviare un’inchiesta;
  • “Promette di non vendere i propri utenti”, sono quelle aziende che non permettono nemmeno alle autorità di sorvegliare i dati personali degli utenti;
  • “Si oppone alla NFL Gag Order”, categoria valida solo negli Stati Uniti dove la NFL, agenzia di sicurezza nazionale, può richiedere i dati personali degli utenti senza un mandato;
  • “Favorevoli alla riforma della legge 702”, ovvero quelle società che si battono contro la “sorveglianza di massa” istituita dal governo Americano, che consente di raccogliere dati anche sui cittadini di altri paesi, e anche senza valide motivazioni.

Secondo l’analisi della EFF, aziende come Adobe, Dropbox, Pinterest, Sonic, Uber e WordPress.com rispettano a pieno tutte le cinque categorie di riferimento. Apple, Facebook, Google, Linkedin, Microsoft, e Yahoo! si aggiudicano quattro stelle su cinque. Mentre, tra le aziende che presentano solo uno o due dei cinque requisiti analizzati c’è Whatsapp, Verizon, T mobile e Comcast.

 

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