Per cyberbullismo si intende un tipo di attacco attuato contro qualcuno attraverso Internet. La definizione di “attacco” del cyberbullismo è divisa per categorie. Il “flaming”, ad esempio, è un attacco che prevede l’utilizzo di messaggi violenti e volgari, con l’obiettivo di scaturire battaglie verbali in un ambiente di discussione (forum, commenti pubblici). Molestie o denigrazione sono invece le categorie di cyberbullismo che prevedono l’utilizzo di messaggi insultanti e offensivi, per danneggiare la reputazione di una persona in pubblico (ad esempio, sui gruppi dei social network, quali Google Plus o Facebook) o privatamente (attraverso l’utilizzo di e-mail e altri servizi di messaggistica istantanea privata, come Whatsapp).
Ci sono anche l’inganno, la cyber-persecuzione, le minacce di morte e, nei casi più gravi, la sostituzione di persona o la diffusione pubblica di dati personali su Internet. Quest’ultima forma di cyberbullismo, meglio conosciuta con il termine di “doxing”, è un vero e proprio reato che può essere perseguito dalla Legge, in particolare da quanto previsto dall’articolo 167 del decreto legislativo approvato in data 30 Giugno 2003, numero 196. Il reato è il trattamento illecito di dati personali e prevede una pena di reclusione dai sei ai trentasei mesi, in base all’evidenza per la quale i dolo sia compiuto al fine di trarne per sé o per altri profitto, o di recare ad altri un danno. Chi diffonde in rete i dati personali di un’altra persona senza averne l’autorizzazione, commette un reato. I danni arrecati potrebbero essere ingenti, soprattutto se i dati personali diffusi illecitamente riguardano la vita professionale di una persona; altre volte, invece, si mette a rischio l’incolumità di una persona. Il “doxing” è una forma di cyberbullismo dalla quale difficilmente ci si potrebbe proteggere. I cyberbulli che intendono compiere un attacco di “doxing”, possono accedere a strumenti di phishing e di hacking di facile utilizzo, ed efficaci. La denigrazione pubblica di una persona è una forma di cyberbullismo gravissima, che rende difficoltosa la strada da percorrere per la macchina della Legge, visto che i responsabili di questi attacchi potrebbero non essere sempre rintracciabili. Non per una “semplice denuncia”, magari, ma per reati più gravi è possibile indagare fino a fondo.
Dal 31 Gennaio 2017, però, è diventato più semplice agire contro il cyberbullismo, grazie ad un nuovo Decreto Legge che detta le Norme per la difesa dei minori su Internet. Si tratta di un piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione del cyberbullismo. Si parte dall’educazione: è prevista l’attuazione di un Codice di coregolamentazione per la lotta al cyberbullismo, a cui dovranno attenersi i proprietari dei siti Internet, i social network (Facebook, Instagram, Twitter, e così via), e tutti gli operatori della rete Internet. Una raccolta dati capillare presso le scuole e gli altri ambienti di socializzazione, consentirà ad un Tavolo Tecnico di presentare all’interno del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca una Relazione sugli esiti delle attività svolte. La Legge chiede che venga attuato un programma di formazione del personale scolastico per nominare un referente per ogni istituto, e per promuovere le misure di sostegno e la rieducazione dei minori coinvolti.
Il cyberbullismo nelle scuole è una autentica “mina vagante”, visto che l’utilizzo di Internet a scuola è sempre più diffuso: il cyberbullo può “attaccare” sulla rete una sua vittima, che magari era riuscita ad evitare un attacco “reale” tra le mura scolastiche. Per quanto riguarda il Codice in materia di trattamento dei dati personali, la nuova Legge 2017 sul cyberbullismo vuole che il titolare del trattamento dia riscontro entro 24 ore ad una richiesta di accesso, modifica o rimozione, di un dato personale (ad esempio: una fotografia, un numero di telefono) appartenente ad un minore. La richiesta può presentarla chiunque abbia compiuto il 14esimo anno di età; al Garante dei Dati potrà essere presentata denuncia del titolare, e il Garante dovrà esprimersi entro 48 ore. Ci sarà un Comitato di monitoraggio a identificare e gestire le procedure standard alle quali devono attenersi gli operatori per eseguire l’oscuramento dei dati personali su Internet.
Ad esempio, il diretto interessato potrà segnalare la foto da rimuovere su Internet direttamente all’operatore di Internet, e ricevere risposta sempre a mezzo della rete (con un indirizzo email o con altre informazioni di contatto). Si potrà denunciare un cyberbullo presso il Garante dei dati, per condotta illecita. Se si tratta di un minore, il cyberbullo verrà convocato insieme ad un genitore, per comunicargli dapprima un avvertimento e, in caso di reiterata condotta illecita, seguirà querela o denuncia. Il cyberbullismo diventa un reato perseguibile a norma di Legge. Cos’è che cambia rispetto al passato? Prima di tutto, gli attacchi dei cyberbulli verranno annientati direttamente dagli operatori di Internet: un social network, come Facebook, può gestire le procedure di rimozione a seguito di una segnalazione di una foto da rimuovere da Internet. Gli attacchi più pericolosi dei cyberbulli riguardano la diffusione di dati, foto, informazioni riservate, che possono danneggiare, offendere, denigrare una persona, e gli amici e i familiari a lei collegati. La nuova Legge approvata in Italia sul cyberbullismo è orientata ad imporre agli operatori di Internet lo sviluppo e la manutenzione dei sistemi di prevenzione, di denuncia e di risposta agli attacchi dei cyberbulli. Inoltre, i cyberbulli verranno supervisionati direttamente dal Garante dei Dati, i cui codici in materia di trattamento dei dati su Internet permettono di costituire giudizi rapidi ed efficaci. Le vittime di cyberbullismo su Internet avranno diversi strumenti per denunciare un cyberbullo su Facebook o su un altro social network, far intervenire le autorità giudiziarie competenti attraverso la segnalazione di una persona su Internet. La sicurezza su Internet significherà anche protezione dei dati personali e difesa dagli attacchi dei cyberbulli. Cos’è che rende questa nuova Legge sul cyberbullismo efficace? La rende tale il fatto che adesso il cyberbullo, da oggi in poi, sa che sta commettendo un reato, e potrà essere ammonito, denunciato o querelato per il crimine commesso. L’impegno per la difesa dei minori su Internet viene preso seriamente in considerazione dalla nuova Legge sul cyberbullismo in Italia. colmando vuoti educativi ed affrontando il fenomeno in maniera ferma e decisa.