Nasce il Diritto alla Portabilità dei Dati su Internet

Il Diritto all’Oblio è il Diritto dei Cittadini Europei a richiedere la rimozione dei propri dati personali dai motori di ricerca su Internet. Non dunque – come erroneamente si è portati a pensare – un diritto alla rimozione, ma un diritto alla richiesta e alla ricezione, in caso di negazione, di una specifica risposta sui motivi che hanno negato la richiesta. I Garanti della Privacy europei, in linea con le disposizioni eseguite dai motori di ricerca (Google su tutti), si occupano di definire il quadro normativo e individuare controversie, attuazioni dei Regolamenti e disposizioni legislative per definire chi abbia diritto o meno alla rimozione dei propri dati da Google. Cancellare notizie da Google, rimuovere URL Google, rimuovere siti, immagini, informazioni da Internet, non è un diritto di tutti, ma soltanto di coloro che nella loro vita privata non influenzano consumatori, libere professioni, vita pubblica e informazioni o elaborazioni dei dati personali o collegati a qualunque altro tipo di informazione pubblica.

Se vi rivolgete ad un avvocato per il Diritto all’Oblio per richiedere la rimozione diretta di notizie e di siti Internet da Google, molto probabilmente resterete sorpresi nel sentirvi dire che non c’è garanzia nella rimozione delle URL segnalate. Un buon avvocato potrebbe aiutarvi a produrre la documentazione legale utile ad accreditare la richiesta e, con la collaborazione di un Webmaster, può gestire gli strumenti Google per la rimozione o comunicare con il proprietario di un sito Internet per rimuovere le sue pagine da Internet; deve però informarvi del fatto che non avete diritto all’Oblio e soltanto Google e il Garante dei Dati possono decidere se le notizie o le URL che volete rimuovere da Internet debbano essere rimosse o meno. In questo contesto, la notizia di uno sportello unico per i trattamenti transnazionali dei dati personali, apre nuovi scenari per la definizione di chi abbia o meno al diritto all’oblio.

Rimuovere i dati personali dal motore di ricerca è in prima istanza competenza di Google, il quale poi, in caso di negazione, “passa la palla” al Garante dei Dati, avviando nuove procedure di verifica e giudizio del caso specifico. La decisione di aprire uno “sportello unico”, approvata lo scorso 13 Dicembre dal Gruppo dei Garanti UE, rientra nel contesto del Regolamento 2016/679 in materia di trattamento dei dati personali.

Verranno attuate nuove linee guida, su tutte, verrà inserito  il diritto alla portabilità dei dati, per il quale i cittadini europei potranno richiedere il trasferimento dei suoi dati personali da un sito o da una piattaforma all’altra. Ad esempio, un social network o un fornitore di posta elettronica, dovrà adeguarsi a questo nuovo diritto al trasferimento dei dati su Internet, e produrre uno strumento informatico che possa gestire la richiesta e l’applicazione di questo diritto. Non sono ancora chiari gli aspetti legali – sarà il nuovo sportello dei Garanti UE ad occuparsene – mentre le grandi multinazionali di Internet sono già al lavoro per gestire gli aspetti tecnici legati a questa novità. Di per sé è già tecnicamente possibile, oggi, richiedere la migrazione dei propri dati personali da una piattaforma all’altra, ma soltanto l’intervento di un consulente informatico o di un Webmaster che possa “manualmente” gestire il trasferimento. In futuro ciò potrebbe avvenire automaticamente, fermo restando – e siamo alle solite – che dovrà essere definito il profilo dell’avente diritto a godere di questa richiesta.

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