L’ IoT, ovvero “Internet delle cose” (o in inglese the Internet of Things) rappresenta un’evoluzione in campo tecnologico che attribuisce appunto alle cose un’intelligenza artificiale. Tale capacità fa sì che questi oggetti riescono a comunicare dati su stessi e di conseguenza ad accedere ad alcune informazioni derivanti da altrettanti fattori. L’IoT diventa quindi un importante fattore utilizzato sempre di più dalle varie aziende. Ciò avviene perché l’Internet delle Cose è in grado di creare un sistema interconnesso tra i vari oggetti, che si scambiano dati tra di loro. A tal proposito sono numerose le critiche che sono state sottoposte alla tecnologia IoT, soprattutto in merito alla privacy e alla sicurezza dei dati che circolano tra i vari dispositivi.
Per quanto riguarda la sicurezza. si fa riferimento alla possibilità di immissione di pirati informatici che possono ostacolare i sistemi di protezione, programmando futuri attacchi cibernetici piuttosto consistenti e dannosi. Ciò significa che i pirati informatici possono -attraverso la loro esperienza- entrare all’interno degli oggetti (ovvero le “cose”) e verificare quindi i comportamenti degli utenti all’interno della propria abitazione, tracciandone quindi possibili dati estremamente personali. Sebbene ancora non ci sono stati degli episodi che hanno riscontrato attacchi cibernetici all’Internet of Things, si prevede che ciò avverrà sicuramente in futuro. La possibilità di potersi “immettere” nella vita privata degli utenti che utilizzano oggetti con intelligenza artificiale rappresenta anche per la privacy un fattore ad altissimo rischio. Ciò avviene anche al di fuori delle mura domestiche, ad esempio all’interno di alcuni spazi pubblici che adottano tali sistemi. Un esempio di questo tipo è avvenuto quest’estate per conto delle note aziende Lloyd, Barclays e MasterCard, i quali hanno introdotto alcuni strumenti che riescono a misurare movimenti e quindi tracciare le presenze fisiche delle persone che passano. Tali sensori sono assolutamente invadenti da un punto di vista di privacy, in quanto monitorano costantemente gli atteggiamenti delle persone.
Per contrastare tale fenomeno, il Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Trento vuole mettere in atto la sperimentazione di una nuova piattaforma centrata sui servizi a persone e imprese e sulla tutela dei dati personali. L’obiettivo del progetto è quello di mettere in atto “una comunicazione wireless capillare ed efficiente […] per le applicazioni dell’Internet delle Cose”. Come spiega Davide Brunelli, coordinatore del progetto dell’Università di Ingegneria di Trento, tale struttura potrebbe sfruttare “una tecnologia in grado di coprire l’intera area urbana con un numero limitato di ripetitori, che fungono da punti di accesso per ogni angolo della città”. Ciò che funge come punto di forza di tale progetto è la possibilità che questo sistema venga sfruttato in maniera del tutto gratuita e soprattutto in totale sicurezza grazie alla sua personalizzazione. Il progetto -ancora in fase di sperimentazione- ha l’obiettivo di creare un sistema all’interno del quale i cittadini possono trasferire dati da ogni punto della città attraverso sistemi di sicurezza privati, in forma gratuita e totalmente personalizzabili, grazie alla tecnologia “LoRaWAN” (Low Power Wide Area Network). Il fattore personalizzazione è tra le principali innovazioni, poiché l’utente potrà decidere egli stesso come utilizzare e “cosa fare con i propri dati: ad esempio controllare lo stato dei propri elettrodomestici o veicoli (che comunicano direttamente le manutenzioni, o i rifornimenti da fare), dialogare facilmente con i servizi pubblici o privati di mobilità, prenotare prestazioni o richiedere servizi di qualsiasi tipo, monitorare o programmare le proprie attività rispetto alle proposte che arrivano dal territorio”.