Il Garante Privacy spagnolo si è da poco scagliato contro Google, accusato di aver violato le norme in merito alla protezione dei dati personali dei cittadini. Ciò che ha reso alquanto singolare la vicenda, è stato l’ambito del presunto illecito, che riguarda la procedura che gli utenti applicano, attraverso la compilazione di un modulo, per richiedere il “diritto all’oblio“, cioè di rimuovere informazioni personali da Google. Analizziamo la vicenda.
La vicenda
Secondo le indagini che sono state condotte dall’Agenzia spagnola per la protezione dei dati, Google avrebbe trasferito a terzi i dati sensibili di migliaia di cittadini spagnoli, senza alcuna base giuridica e ostacolando le richieste di diritto all’oblio degli stessi. Alla fine, il colosso americano, è stato condannato a pagare una multa da 10 milioni di euro. Secondo il capo d’accusa presentato dall’Agenzia spagnola, Google avrebbe raccolto i dati presenti sui moduli di richiesta di diritto all’oblio degli utenti, per poi trasferirli per un’elaborazione successiva. Durante le fasi di istruttoria, è infatti emerso che il motore di ricerca ha inviato le informazioni, a seguito delle richieste presentate dai cittadini finalizzate alla deindicizzazione di contenuti presenti in rete, nell’ambito del progetto denominato “Lumen”, senza un’adeguata informativa agli utenti.
Cos’è il progetto Lumen
Il progetto Lumen, organizzato da Google, raccoglie ed analizza i reclami legali e tutte le richieste presentate dagli utenti per cancellare notizie da Google. Questi dati, a loro volta, permettono al motore di ricerca di studiare le problematiche che insorgono durante la fase di richiesta del diritto all’oblio e di scoprire, più nel dettaglio, l’origine delle rimozioni dei contenuti. Questo progetto è nato attraverso la collaborazione con l’Università di Harvard ed ha lo scopo di rendere accessibili le richieste degli utenti che chiedono che i propri dati personali spariscano dalla rete.
Ciò che però è stato accettato dal Garante Privacy spagnolo è che, non solo questi dati non venivano rimossi, ma venivano inviati in America per essere introdotti in una nuova banca dati, accessibile al pubblico, e diffusi attraverso il progetto Lumen, vanificando del tutto la richiesta di diritto all’oblio degli utenti. Come abbiamo detto, il colosso americano è stato condannato ad una maxi multa, ma l’Agenzia spagnola ha richiesto, inoltre, a Google di spiegare dettagliatamente la natura di questo progetto (Lumen Project), al fine di chiarire le modalità per esercitare il diritto di cancellazione dei dati personali, in relazione alle migliaia di richieste che vengono presentate dai cittadini.