Il Garante dei Dati blocca il Software Web Reputation

Di particolare interesse, per i temi in materia di web reputation, è la notizia circolata in rete durante queste vacanze natalizie, concernente lo stop dato dal Garante dei Dati alla banca dati online della reputazione. In particolare, il Garante dei Dati ha deciso di inibire l’algoritmo, sviluppato da una società preposta alla gestione dell’iniziativa, che avrebbe misurato il “rating reputazionale” delle persone e delle aziende su Internet, raccogliendo ed elaborando una mole di dati personali contenuti in documenti online e pubblicati dagli utenti e da altri siti web. Il motivo di questa decisione, è da riscontrarsi nelle problematiche per la privacy: il software infatti avrebbe avuto bisogno di accedere a informazioni riservate e a modalità di trattamento piuttosto delicate e complesse; inoltre, sempre secondo il Garante, questa tecnologia avrebbe condizionato la vita privata delle persone censite, influenzando le scelte dei potenziali loro consumatori, per non parlare delle ripercussioni a livello civile e penale.

Non siamo a conoscenza del contesto in cui era stata promossa una iniziativa del genere, ci sentiamo però di giudicare in maniera positiva la decisione del Garante dei Dati, che ha ben intuito le criticità di una tecnologia del genere, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove – vuoi per le abitudini degli utenti, vuoi per le normative in materia di Codice in Materia di Protezione dei Dati Personali – la Privacy su Internet è ben protetta dalla Legge.

Alcuni esperti di informatica e di algoritmi di elaborazione dei dati, si sono espressi in merito a questa notizia, sottolineando come un algoritmo di web reputation difficilmente avrebbe potuto raggiungere livelli di trasparenza e coerenza dei dati raccolti in misura accettabile per la dignità della persona. Lo stesso Garante, in merito a questa decisione, ha affermato che la società che ha sviluppato il software “non è stata in grado di dimostrare l’efficacia dell’algoritmo che regolerebbe la determinazione dei rating al quale dovrebbe essere rimessa, senza possibilità di contestazione, la valutazione dei soggetti censiti” e, appunto, in misura precauzionale si è deciso lo “stop” di questa tecnologia. La Web Reputation nel 2017 affronterà nuove questioni legali e, in linea con quanto sta succedendo negli altri Paesi europei, saranno gli Stati a promuovere nuove misura di tutela della Privacy e a definire i termini di comportamento delle “big” di Internet come Facebook e Google, per ciò che concerne la web reputation e la cancellazione dei dati personali su Internet e sui motori di ricerca.

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