Il diritto all’oblio nelle enciclopedie italiane

Molto spesso, in ambito giuridico vediamo “combattere” due diritti contrapposti: il diritto all’oblio ed il diritto di cronaca. Questo contrasto diventa molto più evidente quando le vicende riportano dei reati particolarmente interessanti per la stampa. Pensiamo, ad esempio, al caso di corruzione di un politico o all’arresto per droga di un noto attore. Ecco, in questi casi, in molti si chiedono come si bilanciano questi due diritti? La risposta a questa domanda è stata data anche dalle enciclopedie italiane. Vediamo in che modo le enciclopedie italiane definiscono il diritto all’oblio.

Il diritto all’oblio secondo le enciclopedie italiane

Il diritto all’oblio afferisce al diritto dei cittadini di non vedere più diffuse informazioni personali lesive e pregiudizievoli della propria reputazione. Pertanto, è denominato anche diritto ad essere dimenticati, perché apre alla possibilità di avanzare richiesta per cancellare informazioni da Internet. Nella maggior parte dei casi, viene collegato a sentenze di condanna per fatti di rilevanza penale, la cui diffusione della notizia causa un effetto fortemente negativo e pregiudizievole nei confronti dell’interessato.

Il diritto di cronaca secondo le enciclopedie italiane

Il diritto di cronaca consiste nella possibilità di pubblicare e diffondere notizie veritiere di rilievo pubblico, tramite un pertinente linguaggio, quindi che non sia gratuitamente offensivo. Nel caso in cui tali limiti non vengano rispettati, in caso di denuncia, può scattare il reato di diffamazione. Vediamo ora cosa dicono le enciclopedie in merito al bilanciamento tra il diritto all’oblio e quello di cronaca.

Il bilanciamento del diritto all’oblio e del diritto di cronaca

Immaginiamo che un noto chirurgo venga condannato in quanto, durante un delicato intervento, ha commesso degli errori che hanno causato gravi lesioni al paziente. La notizia, in virtù della professione dell’interessato, riveste sicuramente un fatto di rilevanza pubblica pertanto, nonostante sia pregiudizievole per la sua reputazione professionale, i lettori hanno diritto ad essere informati.

In questo senso, la Cassazione ha stabilito che il diritto all’oblio è una consegna naturale di una corretta applicazione dei principi del diritto di cronaca giornalistica. Questo significa che, come non deve essere diffusa una notizia che non sia più di pubblico interesse, non deve essere altrettanto visibile una vecchia notizia che non sia più corrispondente ad un’esigenza informativa della generalità dei lettori.

Inoltre, essa può essere lesiva dell’onore e della reputazione del cittadino che si è reso protagonista in negativo della vicenda. Si può quindi stabilire che il diritto all’oblio prevale sul diritto di cronaca nel caso in cui la notizia non è più attuale e la sua permanenza in rete non fa altro che causare un danno all’onore ed alla reputazione dell’interessato. Pertanto, grazie alle disposizioni previste in tema di diritto all’oblio, l’interessato ha diritto ad attivare la procedura per eliminare notizie da Google.

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