È grazie ad una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che, a partire da maggio 2014, è stato stabilito che gli utenti hanno la possibilità di cancellare notizie da Internet, inerenti alle proprie informazioni personali. Tali richieste devono essere presentate ai motori di ricerca, come ad esempio Google, i quali hanno l’obbligo di controllare se gli URL in questione sono “inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessivi”, tenendo sempre in considerazione i fattori di interesse pubblico come, ad esempio, il ruolo ricoperto dal soggetto nella vita pubblica. Google, una volta pervenuta la richiesta di diritto all’oblio ed in caso di esito positivo, si impegna a eliminare notizie da Google e a rimuovere gli URL segnalati da tutti i risultati delle ricerche che sono relative ai Paesi dell’Unione Europea e, attraverso la geolocalizzazione, riesce a limitare gli accessi all’URL dal paese della persona che ha fatto la richiesta di rimozione.
Quali sono i casi in cui Google non valuta positivamente le richieste di diritto all’oblio
Il team di Google, dopo aver ricevuto una richiesta di deindicizzazione, esaminerà la documentazione ed in caso di bisogno, chiederà al soggetto interessato di inviare ulteriori prove a supporto della richiesta, attenendosi sempre a quanto stabilito dalle Linee Guida in materia di trattamento di dati personali. Dopo aver valutato la richiesta e preso una decisione, Google informerà l’utente fornendo una spiegazione nel caso in cui non venisse accolta.
Sono diversi i motivi che potrebbero spingere il motore di ricerca a non rimuovere gli URL come, ad esempio, nel caso in cui la pagina contiene informazioni molto rilevanti per l’interesse pubblico. Riuscire a determinare se un contenuto sia o meno di interesse pubblico non è un compito semplice e può comportare a considerare diversi fattori, tra cui se i contenuti riguardano una carica politica, un crimine commesso o la posizione del soggetto nella vita pubblica ma anche se i contenuti sono documenti pubblici o di natura giornalistica.
Google Transparency Report: aggiornamenti dati diritto all’oblio novembre 2022
Grazie al rapporto sulla trasparenza, Google ci mostra la percentuale ed il numero totale degli URL rimossi, in seguito alle richieste di deindicizzazione pervenute. I dati risalgono dall’introduzione della procedura ufficiale avvenuta il 29 maggio 2014. Le richieste in attesa di revisione o per la quale sono state richieste informazioni aggiuntive non sono incluse nel rapporto. Accedendo al link è possibile notare che il numero delle richieste pervenute a Google, in merito al diritto all’oblio ed aggiornato a novembre 2022, è pari a 1.346.779 per un totale di URL oggetto di rimozione di 5.238.611.
Notando invece le percentuali degli URL, si può verificare che è più alta quella degli URL non rimossi (50,8%) rispetto a quelli rimossi (49,2%). Guardando i numeri in Italia, Google ci mostra che le richieste di rimozione, dal 2014, sono state 111.231 per un totale di URL rimossi pari a 457.122 anche se la percentuale di URL non rimossi supera, anche da noi, quella di URL rimossi (59,2% contro 40,8%).