L’argomento privacy è un tema degli ultimi giorni che sta interessando sempre di più la società, poiché negli ultimi anni abbiamo assistito ad un quasi totale smantellamento dell’intimità dei nostri dati personali e della nostra vita personale su Internet. Ciò è dovuto all’avvento dei social network ed ai nuovi strumenti di marketing utilizzati dalle aziende, il cui scopo è quello di carpire quante più possibili informazioni sui nostri consumi. In merito all’importanza della privacy è intervenuto il neo Primo Ministro irlandese Leo Varadkar, il quale ha dichiarato «I dati non sono né buoni né cattivi, dipende da come li usiamo. Siamo tutti esposti a furti, abusi e cyber attacchi», durante il Data summit di Dublino, in cui sono stati coinvolti i colossi del web Microsoft, Facebook e Google.
Con l’entrata in vigore, il prossimo maggio 2018, del nuovo Regolamento del GDPR (EU General Data Protection Regulation) cambieranno le disposizioni in materia di privacy e soprattutto cambierà l’assetto organizzativo delle varie aziende che dovranno modificare il loro modo di selezionare, elaborare e conservare i dati personali degli utenti. Tale Regolamento (GDPR 2018) prevede l’ingresso di una nuova figura aziendale per la Privacy, il cui scopo è quello di vigilare il corretto funzionamento riguardo i dati personali dei clienti, del proprio personale, etc. E’ stato stabilito inoltre che le aziende non potranno impedire l’accesso ad un servizio online se l’utente rifiuterà il consenso dei suoi dati personali, anche qualora il servizio in questione ha come finalità propria la rivendita dei dati e la pubblicità mirata.
Sia le grandi aziende, che anche quelle più piccole, qualora non rispettassero il seguente Regolamento e le relative funzioni, saranno sanzionate con ammende che possono raggiungere fino al 4 per cento del fatturato globale annuo, oltre ai 20 milioni di euro che saranno deturpati per la mancata applicazione della normativa. Ecco perché, durante il Data Summit di Dublino, è intervenuto Geff Brown (associate general counsel for privacy di Microsoft), dichiarando che l’Europa ha messo una notevole pressione sulle aziende in materia di privacy, tanto che la stessa azienda, in ambito legale, sta dedicando il suo tempo interamente alla privacy europea; infatti come Brown dichiara: «Stiamo assumendo, non solo ingegneri o esperti di questioni legali ma anche figure che si occupano degli aspetti etici». Ciò è dovuto probabilmente anche alle ultime maxi multe che Bruxelles ha commissionato sulle note aziende americane, rispettivamente Facebook con una multa pari a 110 milioni per aver tralasciato alcune informazioni relative alla condivisione di informazioni con l’app Whatsapp, ormai anche questa di sua proprietà, e Google che qualche settimana fa ha ricevuto dall’Antitrust Europea una maxi multa che ammonta a circa 2 miliardi di euro per “posizione dominante”. Il timore di poter intaccare in “errori” simili ha come conseguenza l’assunzione di una nuova figura lavorativa che potrà garantire un corretto funzionamento delle aziende; infatti come sostiene il recente studio dell’International Association of Privacy Professionals, l’applicazione del regolamento impone la nomina di un responsabile della protezione dei dati, creando 75 mila nuovi posti di lavoro. Così anche Google e Facebook hanno assunto all’interno delle loro sedi nuove persone che potranno garantire un migliore funzionamento aziendale in vista del GDRP 2018 (EU General Data Protection Regulation).