Uno strumento legale utile alla protezione della tua web reputation e della tua privacy è il diritto all’oblio. Non tutti sono a conoscenza sul significato di questo diritto e come va sfruttato, ecco dunque un approfondimento legale al riguardo.
Cos’è il diritto all’oblio e la sua centralità nel tempo
Parlando esclusivamente dal lato tecnico, una risposta chiara su cos’è il diritto all’oblio l’ha fornita la Corte di Cassazione, che lo definisce “il giusto interesse di ogni persona a non restare indeterminatamente esposta ai danni ulteriori che arreca al suo onore e alla sua reputazione la reiterata pubblicazione di una notizia in passato legittimamente divulgata“. In pratica possiamo definire il diritto all’oblio come la facoltà di un soggetto, macchiato in passato di un reato, di richiedere la cancellazione della notizia sul web. Se è pur vero che un fatto di cronaca giudiziaria può rimanere impresso nella mente delle persone è altrettanto vero che non è giusto che tale notizia torni di dominio pubblico, soprattutto qualora il soggetto abbia già pagato per gli errori commessi. Uno dei fattori molto importanti per potersi appellare al diritto all’oblio è, infatti, il tempo. È proprio a distanza di un congruo lasso di tempo che diventa possibile chiedere la rimozione degli articoli dai motori di ricerca, al fine che non vengano più visualizzate dagli utenti.
Il diritto all’oblio ed il suo collegamento al GDPR
Il diritto all’oblio si poggia sul principio giuridico, sancito sia dalla Corte Europea che dalla Corte di Cassazione, che trova la sua regolamentazione nel GDPR. L’articolo 17 del GDPR tratta, appunto, il “diritto alla cancellazione” che può essere rivendicato quando i dati non sono più necessari alla finalità per i quali vennero pubblicati, o nel caso in cui il consenso alla loro pubblicazione sia venuto meno e questo accade quando siano stati oggetto di revoca da parte dell’interessato. L’art.17 del GDPR specifica anche che si ha diritto alla cancellazione dei dati anche nel caso in cui, quest’ultimi siano stati pubblicati i trattati in modo illecito. Una novità molto interessante sul diritto all’oblio riguarda il fatto che è previsto anche nel caso in cui sia pervenuta al titolare, che ha reso pubblica la notizia, la richiesta di cancellazione. Ovviamente tale richiesta deve essere ritenuta legittima dal titolare, che si pone come “intermediario” tra il soggetto richiedente e chiunque persista nel pubblicare nuovamente i dati presi dal “sito sorgente”. Il titolare, come stabilito nel GDPR, deve adottare tutte le misure necessarie affinché non vengano nuovamente pubblicati o trattati da terzi i dati in questione.