Diritto all’oblio su internet, una panoramica dell’UE

Il diritto all’oblio è quel diritto, ormai definito di nuova generazione, con il quale è possibile cancellare i propri dati personali dal web, al fine di evitare pregiudizio alla reputazione dell’interessato. Per poter aderire alla richiesta di diritto all’oblio dell’interessato, il Titolare che possiede le informazioni del soggetto, conserva l’obbligo di mettere a conoscenza della richiesta di cancellazione anche tutti gli altri titolari che trattano i dati personali da cancellare, ovviamente previo il rispetto dei requisiti necessari.

Come si è espressa la Corte di Giustizia sul diritto all’oblio

La prima ad introdurre il diritto all’oblio è stata, nel 2014, la Corte di Giustizia Europea parte da una vicenda che è ormai diventata il caso principale preso in considerazione, la sentenza Costeja. La Corte non si è però fermata a determinare il diritto all’oblio, anche virtù di un mondo sempre più digitalizzato, ma ha anche chiarito come non sussista la violazione dell’art. 10 CEDU nel caso in cui una testata giornalistica viene condannata al risarcimento dei danni d’immagine legati alla mancata cancellazione di un determinato contenuto dal proprio sito internet. La vicenda ha creato molto clamore in tutto il settore ed è nata tramite un episodio avvenuto nel 2008, quando una testata giornalistica pubblicò una notizia sul proprio sito, in merito ad una lite tra fratelli finita addirittura a coltellate all’interno del ristorante di famiglia. A distanza di due anni, uno dei due fratelli chiamò in causa la testata per ottenere il risarcimento dei danni all’immagine del ristorante, successivamente al rifiuto da parte della stessa di deindicizzare i contenuti della notizia dal proprio sito.

Cosa è stato deciso dalla Corte di Giustizia

La vicenda, che vedeva come parte coinvolta anche Google, andò a finire alla Corte di Giustizia Europea che ritenne quanto segue:

  • Non vi è alcun pregiudizio per la testata giornalistica nel caso in cui l’articolo viene rimosso o deindicizzati;
  • Dal momento in cui si è trattato di un caso grave, in cui i due fratelli rimasero coinvolti in una lite “armata”, la vicenda avrebbe meritato una tutela rafforzata;
  • Tenere in considerazione il trascorrere del tempo ed il calare dell’interesse pubblico in merito alla vicenda.

Soprattutto su quest’ultimo punto, la Corte di Giustizia Europa non ha giustificato il motivo per cui la testata giornalistica ha tenuto la notizia online per altri 8 mesi, a seguito della richiesta di deindicizzazione da parte dell’interessato. Questa decisione ha aperto le porte ad una nuova visione del diritto all’oblio, in quanto ancora oggi molte testate giornalistiche si nascondono dietro al diritto di cronaca per avere maggiori vendite e visualizzazioni, anche dopo aver ricevuto una richiesta di deindicizzazione. Per cancellare notizie da Google bisogna aspettare la decisione dell’Autorità Garante della privacy tutte le volte che il motore di ricerca nega la richiesta – in alternativa, è possibile contattare il webmaster del sito. Puoi utilizzare il modulo Google per il diritto all’oblio per eliminare il proprio nome dalle ricerche, cancellare notizie dal web, rimuovere link da Google (deindicizzare URL dalle ricerche Google), far sparire una notizia da internet, cancellare notizie dai risultati di ricerca Google, eliminare notizie da internet.

 

 

 

 

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