Diritto all’oblio, sentenze dal mondo

Nell’articolo di oggi parleremo di alcune sentenze dal mondo in merito al famigerato diritto all’oblio, in particolare di quello che è successo in Argentina dove la Corte Suprema ha negato la petizione della celebrità Natalia Denegri per far rimuovere dai motori di ricerca il contenuto di uno scandalo in cui è stata coinvolta più di 25 anni fa e, di conseguenza, di cancellare notizie da Internet. Google, da parte sua, ha valutato positivamente la decisione unanime della Corte Suprema di Giustizia che conferma il suo forte impegno per la libertà di espressione e d’informazione su internet.

La richiesta di Natalia Denegri

La difesa dell’ex modella, durante l’udienza, ha fornito 32 URL di articoli di giornale e video che ledono il suo onore e la sua reputazione in maniera perpetua. In due sentenze passate, però, la Giustizia aveva già stabilito che gli articoli pubblicati su alcune delle principali testate giornalistiche argentine non potevano essere deindicizzati.

Tuttavia, è stato verificato che nonostante le sentenze sfavorevoli 19 URL su 32 sono stati comunque rimossi. La Corte Suprema ha messo in guardia su quanto fosse poco chiaro per la società convenuta (Google) spiegare come funzionano i motori di ricerca.

Questa affermazione non significa però ignorare che il crescente utilizzo di strumenti informatici e, in particolare, di sistemi che potrebbero essere inclusi nella categoria “Intelligenza Artificiale” determina anche diversi interrogativi in merito al suo campo di applicazione alla luce dei diritti fondamentali riconosciuti nella Costituzione nazionale e nei Trattati sui diritti umani.

La sentenza della Corte Suprema

Nella sua sentenza, la Corte ha tenuto conto del fatto che la Costituzione nazionale garantisce una tutela piuttosto ampia della libertà di espressione, in virtù della sua importanza per il funzionamento della Democrazia. Tale libertà include, a tal proposito, il diritto di trasmettere idee, fatti e opinioni attraverso internet. Sempre secondo la Corte, non c’è margine di lesione dell’onore di una persona nel caso in cui circolano informazioni veritiere e relative a una questione di pubblico interesse ed è per questo che, a sostegno della richiesta di Denegri, non c’è alcuna base costituzionale o legale.

Infatti, in Argentina, non esiste ancora una legislazione che regola in diritto all’oblio, per cui è possibile avanzare una richiesta di rimozione contenuti obsoleti Google, ed il caso Denegri contro Google non rientra nel diritto all’oblio che governa l’Europa. La vicenda non sembra però essere terminata. Natalia Denegri, infatti, ha già dichiarato che appellerà la sentenza nei tribunali internazionali, affermando di sentirsi nuovamente “vittimizzata” e sottoposta ad uno spettacolo mediatico non necessario.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: