Mano pesantissima da parte dell’autorità spagnola nei confronti di Google, in merito alla protezione dei dati personali è stata inflitta una maxi multa da 10 milioni di euro. Il motivo? Sono stati ceduti a terzi dei dati illegittimamente e non è stato rispettato il diritto all’oblio dei cittadini. Questo è quanto è stato reso noto da un comunicato del Garante della Privacy. Il diritto cosiddetto “all’oblio”, di cui all’art. 17 del Regolamento, è riconosciuto come un diritto che ha il cittadino di vedere cancellati i propri dati personali, in forma rafforzata. È previsto, infatti, l’obbligo per i titolari che hanno reso pubblico i dati del soggetto interessato, di informare della richiesta di cancellazione pervenuta, anche agli altri titolari che trattano i dati personali da cancellare. Tra questi, sono compresi anche link, copie o riproduzioni, come stabilito nel paragrafo 2 dell’art. 17 del Regolamento. Per quanto riguarda la sanzione inflitta a Google, gli organi di stampa spagnoli hanno dichiarato che si tratta della multa più alta, effettuata in Spagna, alla nota azienda americana. Google, secondo l’Aepd, ha raccolto i dati personali delle persone che hanno compilato l’apposito modulo online per la deindicizzazione dei contenuti (diritto all’oblio), inviandoli a sua volta al database chiamato Lumen, al fine di renderli pubblici. In pratica, questo ha comportato che tutte le richieste di cancellazione dei contenuti su internet, rimanevano a disposizione del web, costituendo una violazione del Regolamento sulla protezione dei dati, in base a quanto stabilito dal Garante spagnolo della Privacy.
La reazione di Google
Google, una volta aver appreso la notizia, in una nota ha dichiarato: “Da tempo siamo impegnati per garantire la necessaria trasparenza nella gestione delle richieste di rimozione di contenuti“, aggiungendo che la collaborazione con Lumen è determinata da un progetto accademico del Berkman Klein Center for Internet and Society di Harvard, al fine di dare supporto, sia a ricercatori che al resto delle persone, per capire meglio come chiedere la rimozione dei contenuti online. Nella nota, Google ha poi aggiunto: “Stiamo riesaminando la decisione e ci confrontiamo costantemente con le autorità di regolamentazione della privacy, tra cui l’AEPD (il Garante della Privacy spagnolo), per ricalibrare le nostre pratiche“. L’obiettivo di Big G è quello di riuscire a trovare un equilibrio tra la necessità di essere trasparente e responsabile ed il diritto alla privacy degli utenti. Google, alla luce di quanto successo, ha fatto sapere di essersi messo già al lavoro per rivalutare e riprogettare tutte le pratiche di condivisione dei dati con il database Lumen.