Diritto alla riservatezza degli utenti di Internet

Dopo i recenti scandali in materia di privacy che hanno portato alla luce le gravi violazioni perpetrate ai danni di milioni di utenti dalla società Cambridge Analytica, negli Stati Uniti il tema della protezione dei dati personali è tornato ad essere di grandissima attualità. Secondo un recente studio del Pew Research Center, quasi un quarto degli utilizzatori del social network più famoso hanno deciso di rimuovere l’app dal proprio telefono cellulare, nella speranza di proteggere così i propri dati da indebiti attacchi informatici e, più in generale, da un utilizzo illegittimo delle proprie informazioni.

Sempre secondo il centro studi statunitense, il 74% degli utenti interpellati (su un campione composto da persone con più di 18 anni di età) ha adottato misure volte a proteggere le proprie informazioni personali da Facebook: in particolare, il 54% degli intervistati ha provveduto a modificare le impostazioni della privacy presenti sul sito, altrettanti hanno invece dichiarato di aver sospeso l’utilizzo del social network – seppur per un breve periodo, mentre il 26% degli utenti, come già anticipato, ha definitivamente disinstallato l’app dal proprio telefonino. Ma il dato che più interessa è quello relativo all’età degli utenti maggiormente preoccupati dal possibile data breach del social network: tra gli utenti che hanno rimosso l’applicazione dal proprio smartphone più della metà hanno un’età compresa tra i 18 e i 29 anni, quasi il doppio rispetto agli over 65. Questi dati permettono di comprendere quanto sia sentita tra i giovani la questione della privacy in rete; sebbene negli Stati Uniti la normativa in materia di protezione dei dati personali sia profondamente diversa da quella ora dettata in Europa dal nuovo Regolamento UE/679/2016 (meglio conosciuto come G.D.P.R., General Data Protection Regulation), i principi regolatori della materia rispondono comunque allo stesso comune denominatore: la tutela del diritto alla riservatezza degli utenti web.

All’interno dell’Unione Europea infatti anche il famoso social network deve sottostare alla disciplina del G.D.P.R.: sebbene abbia la sede legale negli States, la circostanza dell’esercizio della sua attività – anche in via telematica –  nel territorio degli Stati membri è sufficiente ai fini dell’applicazione del nuovo Regolamento Privacy. Evitare scandali come quelli che hanno colpito gli USA nell’ultimo anno costituisce uno dei motivi di maggior pregio della nuova normativa europea, grazie alla quale non è possibile operare siffatte lesioni alla riservatezza senza incorrere nelle pesantissime sanzioni previste dallo stesso regolamento.

 

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