Cancellare notizie da internet, leggi questi provvedimenti del Garante

Il diritto all’oblio è quel diritto riconosciuto ai cittadini di eliminare notizie personali da internet. Al fine di poter esercitare tale diritto, è necessario presentare una richiesta ai motori di ricerca e, in caso di rifiuto, è possibile presentare ricorso al Garante Privacy. Quest’ultimo, solo nel caso in cui ci siano i presupposti, provvederà a ribaltare la situazione ordinando al motore di ricerca di deindicizzare i contenuti oggetto del reclamo.

I provvedimenti del Garante della Privacy

A tal proposito, andiamo ad analizzare un paio di provvedimenti del Garante della Privacy.

Provvedimento n. 9713752 del 29 settembre 2021

La vicenda del provvedimento n. 9713752 del 29 settembre 2021 riguarda un cittadino che ha chiesto a Google di rimuovere informazioni personali da Internet in relazione a due URL collegate ad una questione che lo vedeva coinvolto in un procedimento penale per truffa. La situazione riportata negli articoli risale al 2007, motivo per cui l’interessato ha ritenuto ampiamente soddisfatta l’attività di cronaca giornalistica.

Secondo Google, invece, i due URL riportano informazioni riguardanti procedimenti penali per i gravi reati di truffa e peculato e per i quali il reclamante è stato prima condannato e poi ha beneficiato dell’indulto. Tale circostanza, secondo il motore di ricerca, esclude la sussistenza del diritto all’oblio, in quanto l’applicazione dell’indulto presuppone una sentenza di condanna.

Il 29 settembre 2021 il Garante Privacy, chiamato a pronunciarsi in merito alla questione, ha stabilito che gli articoli, entrambi pubblicati nel 2007, rimandano, nel loro complesso, ad informazioni oggi reperibili esclusivamente su alcuni blog, relative ad una vicenda giudiziaria risalente e non di eccezionale rilievo, riguardante l’arresto e la condanna per truffa e peculato del reclamante. In questo caso, quindi, il reclamo è stato ritenuto fondato.

Provvedimento n. 9003442 del 16 maggio 2018

Il provvedimento n.9003442 del 16 maggio 2018 riguarda un contenzioso avvenuto tra Google ed un cittadino che chiedeva la rimozione di alcune URL collegate al suo coinvolgimento in un’indagine penale per concorso nel reato di bancarotta fraudolenta connessa al fallimento di una società della quale era socio. La sentenza di condanna è stata emessa nel 2011, motivo per cui, secondo il reclamante, è venuto meno l’interesse pubblico.

In contrapposizione rispetto a quanto dichiarato dal reclamante, secondo Google non ci sono gli estremi per evocare il diritto all’oblio, in quanto si tratta di informazioni di attuale interesse pubblico. I fatti afferiscono al compimento di reati gravi, come il concorso in bancarotta fraudolenta con creazione di un passivo pari a sette milioni di euro, riguardanti l’attività svolta dallo stesso all’epoca dei fatti.

Questi, dunque, sarebbero tuttora rilevanti in virtù del ruolo attualmente ricoperto in qualità di consulente aziendale. In questo caso, il Garante Privacy ha ritenuto che l’articolo oggetto della vicenda è stato pubblicato anteriormente alla sentenza di patteggiamento pronunciata nei confronti del ricorrente, circostanza della quale non si dà atto al suo interno e determinando così il mancato aggiornamento delle informazioni che lo riguardano. Per questo motivo, il reclamo è stato ritenuto fondato.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: