Cancellare notizie da Google, un interessante caso dal Canada

Qualche giorno fa Google, il motore di ricerca più utilizzato al mondo, è stato condannato a risarcire un importante uomo d’affari canadese per un importo pari a mezzo milioni di dollari. Il motivo? Non aver rimosso una vicenda diffamatoria reperibile in associazione al suo nominativo. L’uomo, infatti, ha fatto causa a Google in quanto ha condiviso un link ad un post che lo accusava, falsamente, di essere un pedofilo, così da poter ottenere di rimuovere informazioni personali da Google. Analizziamo nel dettaglio tutta la vicenda.

La vicenda

Come anticipato, l’importante uomo d’affari canadese ha fatto causa a Google in quanto ha diffuso un post diffamatorio sul suo conto, attraverso il suo motore di ricerca. Tutto è nato nel 2007, quando l’uomo scoprì per la prima volta l’esistenza del post.

Da allora per lui sono nati i primi problemi, dove alcuni potenziali suoi clienti si sono ritirati dagli accordi e, inoltre, anche i suoi stessi amici si sono rifiutati di dargli una mano in quanto hanno creduto che ormai la sua reputazione fosse stata danneggiata irreparabilmente. Durante l’udienza, anche uno dei figli dell’uomo ha testimoniato che i genitori della sua ragazza, una volta scoperta la vicenda, si sono rifiutati di incontrare suo padre.

Per risolvere il problema, l’uomo chiese diverse volte di cancellare notizie da Google, eliminando il post, fino al 2009, quando Google decise di rimuovere il post dal suo sito web canadese. Nel 2011 e nel 2015, però, il post è riapparso nella versione americana di Google. Nella prima occasione il motore di ricerca ha accettato di rimuovere il post ma nella seconda si è rifiutata di farlo.

La sentenza

Il giudice Hussain, nella sua sentenza, ha ricordato a Google che diventa responsabile al trattamento dati quando condivide post falsi o diffamatori sul suo motore di ricerca. Dal momento in cui, la stessa Google aveva riconosciuto che si trattava di un post diffamatorio e deciso di rimuoverlo nella sua versione canadese.

Motivo per cui è stato commesso un errore quando è stata consentita la ricomparsa del collegamento. Google, durante il processo, ha sostenuto che nel Quebec non si poteva applicare la legge sulla diffamazione e che non era obbligata a rimuovere il post, dannoso per il cittadino, dal suo motore di ricerca.

Il verdetto della sentenza, però, per Google è stato salatissimo, in quanto il giudice della provincia canadese del Quebec ha ordinato la società di Mountain View al risarcimento danni pari a mezzo milione di dollari all’uomo d’affari ed affermando, nel corso della sentenza, che la ripubblicazione del post aveva contribuito a rendere la vita dell’uomo un vero e proprio incubo.

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