Cancellare notizie da Google: leggi questi provvedimenti del Garante

Nell’articolo di oggi parleremo ancora di diritto all’oblio, che consente di cancellare notizie da Google. Leggi questi provvedimenti del Garante per conoscere le ultime novità in tema.

I provvedimenti del Garante della Privacy italiano

Come si fa a cancellare una notizia da Google? Il Garante Privacy italiano ha emesso due nuovi provvedimenti che possono aiutare nel chiarire la questione.

Provvedimento del 17 maggio 2023

Nel provvedimento del 17 maggio 2023, un cittadino ha chiesto di eliminare notizie dal web. In particolare, è stata chiesta la rimozione di 18 URL collegati ad articoli riferiti ad una vicenda giudiziaria terminata con il suo arresto nel 2019. Secondo il reclamante, la perdurante reperibilità degli articoli gli impedisce di rifarsi una vita e di trovare un lavoro, anche al fine di fronteggiare le sue responsabilità di marito, padre e fratello di un ragazzo affetto da sindrome di Down.

Con una nota del 22 febbraio 2023, Google ha dichiarato che per gli URL da 1 a 11 le relative pagine web non risultano essere visualizzate tra i risultati di ricerca di Google associati al nome del reclamante. Per i restanti URL, invece, non è possibile adire al diritto all’oblio in quanto vi è interesse generale alla reperibilità delle notizie. Questo a causa della gravità delle condotte criminose poste in essere dall’interessato.

Il Garante Privacy, analizzando il caso, ha rilevato che il reato per il quale si è proceduto all’arresto e poi alla condanna del reclamante è di particolare allarme sociale. Infatti, il fermo e la conseguente condanna furono causate dal possesso di materiale pubblicato da Al Qaeda. Inoltre, la vicenda giudiziaria e l’espiazione della pena si sono esaurite da un periodo di tempo limitato. In questo caso, quindi, il Garante Privacy ha ritenuto infondato il reclamo.

Provvedimento del 15 dicembre 2022

Nel provvedimento del 15 dicembre 2022, un cittadino ha chiesto la rimozione di notizie da Google riguardanti una vicenda che lo vedeva coinvolto. In proposito, nel 2008, lo stesso è stato accusato di aver appiccato oltre 60 incendi dolosi per cui, nel 2012, è giunta una sentenza di assoluzione per la sua incapacità di intendere e di volere. Il reclamante riteneva non più sussistente l’interesse pubblico, in considerazione del tempo decorso e relativamente all’esito degli accertamenti svolti.

Con una nota del 14 ottobre 2022, Google ha comunicato all’interessato di aver disposto il blocco soltanto di alcuni URL, riconducibili dal n. 1 al n. 3. Per i restanti URL oggetto del reclamo, invece, ha dichiarato di non poter aderire alla richiesta di diritto all’oblio in quanto si trattava di un recente articolo del 2020. All’interno di questo, i lettori venivano informati che l’interessato avrebbe ripetutamente violato la libertà vigilata.

Per questo motivo, nello stesso anno, l’interessato sarebbe stato sottoposto alla misura di sicurezza del ricovero in una REMS, poiché ritenuto socialmente pericoloso. Per questo motivo, si è ritenuto sussistente l’interesse pubblico. Contrariamente a quanto stabilito da Google, il Garante Privacy ha evidenziato come risultino reperibili in rete ulteriori articoli utili alla ricostruzione della vicenda giudiziaria.

Inoltre, sempre il Garante ha affermato che dalla stessa sono passati più di 10 anni, ma se ne evince un riferimento, in forma sommaria e oscura, nell’URL in questione, poiché i pezzi sono stati sottoposti alla procedura della deindicizzazione. Per questo motivo, il reclamo è stato ritenuto fondato ed Google ha ricevuto l’ordine di cancellare le informazioni presenti in rete.

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