Recentemente è uscita sui giornali la notizia per la quale un cittadino italiano avrebbe richiesto 2 milioni di euro di danni a Google per l’associazione del suo nominativo ad un reato che non avrebbe mai commesso. Nel 2014 questa persona fu arrestata a Lecce, al termine di un’indagine sulla scomparsa di una minorenne. Accusato di sequestro di persona, la persona passò un anno tra carcere e domiciliari, finché non fu assolta in via definitiva dal Tribunale. Il suo Avvocato oggi vuole portare nel Tribunale Civile il motore di ricerca per risarcimento del danno subito a livello fisico e psichico. Questa vicenda, di fatto, ha ricostruito la reputazione dell’interessato Giovanni Giancane: scrivendo oggi il suo nome su Google non si visualizzano più, nelle prime pagine del motore di ricerca, le notizie riguardanti il sequestro della minore, ma bensì quelle concernenti la causa a Google. Il problema, insomma, si è già risolto per metà nel momento in cui è stato generato.
Abbiamo ricostruito questo aneddoto per invitarvi a ragionare sulle nuove sentenze sul Diritto all’Oblio e cercare di capire quali siano gli ultimi orientamenti della Giurisprudenza in materia di cancellazione dei dati personali da Internet. A ridosso del 2018 il nuovo Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali sta rendendo più “rigido” il Diritto all’Oblio. Quel che le persone interessate dovrebbero tenere bene a mente, in questi casi, è la procedura di cancellazione del proprio dato personale. Rivolgersi all’Avvocato sbagliato potrebbe compromettere i propri diritti alla Privacy. Gli strumenti legali obsoleti (quali la querela nei confronti del giornale, la denuncia di Google alle forze dell’ordine, e via dicendo) non permettono di raggiungere gli obiettivi desiderati. La Legge in materia di Privacy è chiara: l’interessato deve esercitare correttamente la richiesta di accesso al proprio dato personale, prima di agire – in qualunque sede – nei confronti del Titolare del trattamento. Vi riportiamo di seguito un paio di risposte alle domande più frequenti che vengono recapitate allo staff di Cyber Lex.
E’ possibile chiedere il risarcimento danni a Google per la presenza di notizie obsolete sul suo motore di ricerca?
E’ molto difficile imbrigliare Google in una richiesta di risarcimento danni, per una serie di motivi. Il primo, è che Google è un’azienda risiedente in California e proprietaria del motore di ricerca, il quale, agli occhi di un Giudice, è un “sistema informatico neutro” che viene utilizzato deliberatamente dagli utenti. Immaginate di richiedere un risarcimento danni alla Electronic Arts in Giappone perché nel vostro appartamento di Milano avete perso una partita a FIFA 18 alla Playstation, passando poi alcuni brutti quarti d’ora a seguito di questa sconfitta. Una richiesta di risarcimento danni potrebbe essere “tendenziosa” in questo caso, non trovate? Tenete a mente questo esempio quando vi sveglierete una mattina pensando di “fare causa a Google”. E’ possibile, però, mettere Google nelle condizioni di “assumersi le proprie responsabilità”, soprattutto in materia di Privacy e di Copyright: se chiedete a Google di cancellare una notizia da Internet perché ritenuta illegale da un Giudice del vostro Paese, o di rimuovere un contenuto protetto dal Copyright di cui siete legittimi proprietari, e Google nega la richiesta, la questione cambia. Google potrebbe mettere per iscritto, nelle sue risposte fornite alle richieste di carattere legale inoltrate dagli avvocati, che non rimuove i contenuti richiesti. In quel caso, Google diventa più vulnerabile: recente è la sanzione di 200 milioni di euro addebitata a Google dal Garante francese per essersi opposto a una decisione del Giudice dell’Autorità per la protezione dei dati. A chi chiede dunque se fosse possibile fare causa a Google, la risposta è “ni”: l’interessato è bene che dapprima adotti tutte le misure messe a disposizione dal motore di ricerca per tutelare i propri Diritti, ed aspettare le “mosse” di Google in risposta alle proprie richieste, dopodiché potrà mettere un Giudice nelle condizioni di valutare la situazione in maniera meglio circoscritta.
I giornali devono cancellare le notizie sempre e comunque?
Noi di Cyber Lex abbiamo una risposta ben chiara: NO, i giornali non devono mai cancellare le notizie, a meno che non sia un Giudice ad ordinarne la rimozione, perché previsto dalla Legge. La stampa, cari signori, non si può censurare: il diritto all’informazione su Internet non può essere censurato dal diritto all’oblio. La Legge prevede che un articolo di giornale si debba “scollegare” dai motori di ricerca, oppure che il nominativo dell’interessato debba essere cancellato o trasformato in forma anonima, o anche che l’articolo ospiti una replica a integrazione del contenuto. Ma il sito Internet non deve mai cancellare la notizia pubblicata. Se volete sapere come cancellare una notizia da Internet, non rivolgetevi ad un avvocato che vi propone di querelare il giornalista. Nel 101% dei casi l’azione sarà infruttuosa. Applicate il giusto protocollo di de-indicizzazione dei dati personali previsto dal diritto all’oblio e seguite la corretta procedura in materia di Privacy sui motori di ricerca. In questa maniera, la vostra richiesta sarà rispettata, in tempi più veloci e meglio efficaci.